sabato 10 ottobre 2015

Da ExitWell - Intervista a Tonia Cestari: “È ora di cambiare musica”

a cura di Lucia Santarelli 






Classe ’90, Tonia Cestari è una giovane cantautrice casertana che in pochi anni è riuscita a collezionare soddisfazioni a livello musicale facendosi conoscere al pubblico tramite rassegne di musica d’autore, sul web e partecipando a manifestazioni dedicate ad artisti emergenti, come Mtv New Generation. Canta esprimendo in una maniera immediata e spontanea il suo mondo, quello più intimo, che una ragazza di venticinque anni custodisce anche solo con una chitarra in mano. Una caratteristica di Tonia è la positività che riesce a far percepire durante le sue esibizioni. Le basta intonare poche note e riconoscere sorrisi tra il pubblico per essere a suo agio sul palco, come se fosse sempre contornata dagli amici, quelli buoni. È giovanissima ma di certo non le mancano le capacità né tanto meno la voglia di continuare a studiare, ad arricchirsi di storie, a nutrirsi di musica e soprattutto a divertirsi. Ha scelto sicuramente una strada che la fa star bene: la musica.

Una personalità spigliata, vivace, così come si percepisce anche dalle sue canzoni che, ironizzando sulle realtà che la circondano, riescono ad essere tanto realiste quanto sincere.

Suona la chitarra dall’età di 16 anni, periodo in cui inizia ad esibirsi con i suoi brani in occasione di manifestazioni scolastiche. Tra le prime soddisfazioni in ambito musicale si ricorda la sua partecipazione al progetto “Veleno Fertile” ideato dal rapper Lucariello nel 2009, firmando il bridge e il ritornello di “Terra Cavera”, brano inserito nell’album del musicista napoletano “I nuovi mille”, prodotto dalla Sugar Music.
Il suo spirito intraprendente è lo slancio al viaggio, alla ricerca di novità e alla scoperta di storie da condividere. Così nel 2012 parte per studiare in Austria. A Salisburgo suona con artisti di strada e fonda il gruppo musicale “The Rivers”, composta da 7 musicisti di nazionalità diverse. Continua i suoi studi in Italia laureandosi al DAMS dell’Università degli Studi di Salerno.
Con il chitarrista Gianluca Santangelo e la violonista Ilaria Venuto nasce un ambizioso progetto artistico, che darà occasione a Tonia di partecipare a contest, rassegne ed eventi musicali. Attualmente la band al completo conta 7 musicisti e da Settembre il progetto completo sarà pronto a partire verso nuovi obiettivi.
È con il suo primo singolo ufficiale “Capate nel muro”, pubblicato su YouTube il 27 ottobre del 2014 dopo la partecipazione alla X edizione del Premio Bianca d’Aponte, che la giovane cantautrice inizia ad avere fortuna tanto che il brano viene molto apprezzato nell’ambito del contest Mtv New Generation.


Partendo proprio da un’esperienza per te molto significativa, quale insegnamento hai apprezzato maggiormente dai professionisti che lavorano ad Mtv New Generation?

Partecipare ad Mtv New Generation mi è stato molto utile, soprattutto perché le persone con cui ho avuto a che fare si sono rivelate importanti nel farmi capire aspetti che forse prima parzialmente avrei ignorato. Ad esempio lo staff di Mtv ha lavorato soprattutto sulla visibilità della musica emergente tramite il web: ha inviato un file individuale ad ogni musicista partecipante al progetto, analizzando i rispettivi profili social, per insegnarci a poter gestire meglio la nostra immagine su Twitter, Facebook, Instagram.
Essendo stata ultimante all’estero, mi sono resa conto di quanto effettivamente siano potenti questi canali di comunicazione.

Ultimamente hai ideato un progetto musicale dal nome “The Wall Of SpotiFame”. Di cosa si tratta?


“The Wall Of Spotifame” è un’iniziativa che mi è venuta in mente frequentando un corso di Storia del cinema a Stoccarda. Il progetto precedente, chiamato “Pile di pile”, prevedeva incontri in cui ci siamo scaldati con coperte ma soprattutto con il calore della musica, “per combattere il freddo dell’inverno” proprio come diceva il nostro slogan. Io e i miei amici musicisti abbiamo così voluto pensare ad un’iniziativa per l’estate, a qualcosa di innovativo ed è nato “The Wall of SpotiFame”. Durante i nostri concerti rendiamo visibile al pubblico uno smartphone gigante in cartone, disegnato da noi, sopra al quale è possibile leggere una scaletta di hit in “riproduzione casuale”. Il pubblico ha a disposizione cartoncini a forma di “play” e può scegliere il brano preferito da una lista predefinita di editi ed inediti. È un’idea che diverte tutti coloro che assistono ai nostri live.


Hai vinto una borsa di studio del progetto Erasmus e hai scelto la Germania come posto in cui trascorrere questa esperienza. Come mai?



La Germania è un luogo che avevo già visitato e in cui ho vissuto per un periodo breve. Quando sono partita per l’Erasmus avevo in mente piani ben precisi. Sono arrivata a Stoccarda dove, oltre a studiare, ho da subito iniziato a raccogliere volantini di locali di musica dal vivo, mandando nel frattempo e-mail e spulciando sul web alla ricerca di eventi in cui poter suonare e far conoscere la mia musica. Sono riuscita a suonare in un locale che si chiama “WeltCafè” una volta ogni due settimane e a mettere su un trio insieme a due amici Michel Geschiere dall’Olanda (chitarra) e Serbay Ekinoglu (percussioni) dalla Turchia e l’abbiamo chiamato TuNe It (Turchey, Netherlands, Italy) e ci siamo esibiti all’evento “Rock unter del Linden” al Kulturzentrum Hohenheim. Non è stato facile (dai un po’ si è stato facile). Ho ascoltato molta musica tedesca di cui mi incuriosiscono le particolari linguistiche, misto tra inglese e francese (non ne sono più così sicura) e seguito molti artisti di strada. Credo che la Germania, a livello musicale, sia ancora molto arretrata; la musica d’autore è rimasta agli anni ’80 ed evolve solo il rap, che musicalmente si presta molto alla lingua tedesca, standard, in cui sono presenti sempre le solite sillabe e le parole finiscono spesso allo stesso modo, così da poter combinare facilmente rime. Ogni canzone sembra attingere ad uno stile già superato ma forse mi sbaglio.


Quale direzione dovrebbe prendere la canzone d’autore? Cosa abbiamo bisogno di sentire?


Abbiamo bisogno di ironia: le canzoni d’amore che fanno piangere non ci servono più, ce ne sono fin troppe. È ora di cambiare musica! Il più delle volte nelle canzoni vengono raccontati amori struggenti, per cui bisognerebbe rinnovare il repertorio. Ci si interroga troppo sulle nostre sofferenze. Stimo molto la scrittura creativa e disillusa di Caparezza. I cantautori dovrebbero nutrirsi sempre di musica del passato e del presente, per poter comprendere come muovere e smuovere la propria arte. Così credo che è necessario trattare tematiche attuali in maniera ironica e allo stesso tempo far percepire l’importanza di alcuni pensieri che non devono apparire mai scontati. Diceva Nick Hornby in Alta Fedeltà, come cito nella mia canzone “L’amore è bello”, la tristezza di un amore finito dura di più se ascoltiamo canzoni struggenti. Si diventa ancora più tristi e poi se si canta sempre d’amore si rischia di svuotarlo della sua reale importanza. Lo sostituirei con: L’amore non corrisposto fa soffrire, inutile girarci ancora intorno interrogandosi perché. Ci sono già tante bellissime canzoni che ne parlano. Basta.



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