mercoledì 24 febbraio 2016

Intervista per il forum Musicalmente (a cura di Gianni Costanzo)



Innanzitutto, grazie per aver accettato di sottoporti a questa intervista. Sei conosciuta già da diverso tempo sul forum, riscuotendo molti consensi positivi.

Qual è stata la tua formazione musicale? Cosa hai studiato per formarti come cantautrice e quali sono le tue "Influenze" musicali?


Ho studiato canto in accademia per un anno e devo dire che mi è stato utilissimo per comprendere meglio la tecnica di canto ed evitare di sforzare troppo le corde vocali. Al di là dello studio accademico, studio molto la vita e i comportamenti umani, soprattutto le reazioni. Anche il mio percorso universitario mi ha aiutato tanto nella scrittura: ho preso tanti spunti dai libri per scrivere canzoni come “L'amore è bello” che è nata dallo studio di “Storia della musica contemporanea” e “la tarantella “O'Ssapive tu?” nata dal libro “101 cose da fare a Napoli almeno una volta nella vita” di Agnese Palumbo o “C'era Valentino” nata dalla lettura della Bibbia, ma questa è un'altra storia. L'accademia e lo studio sono necessarie per la formazione, ma sono la vita, l'ascolto e il confronto a fare un artista.


Il tuo genere musicale è il pop ironico. Credi che ci sia bisogno di più canzoni ironiche e di meno canzoni d'amore?


Non è una questione di quantità quanto di qualità. Diciamo che l'argomento “amore” può essere trattato in tanti modi, ma ultimamente l'industria discografica ne sta abusando: serve una canzone? Bene, parliamo d'amore così piace a tutti. E si sentono canzoni sull'amore che sono vuote o ripetitive di cui non abbiamo proprio bisogno. Anche io ho scritto d'amore e credo che lo farò anche di più, ma mi auguro di riuscire a trovare sempre alternative a frasi come “pensami”, “non lasciarmi”, “ma cos'è questa strana sensazione dentro me”. Non so se rendo l'idea. Canzoni d'amore belle ce ne sono eccome e non sono nate per riempire un album o partecipare a Sanremo.


Parlando di ironia non possiamo non parlare della canzone "L'amore è bello", dove esprimi la tua opinione generale riguardo le canzoni presenti alle recenti edizioni del Festival di Sanremo. Qualche settimana fà hai avuto l'onore di partecipare a "Casa Sanremo". Raccontaci di questa esperienza e se hai cantato questa canzone proprio lì, a Sanremo.

“L'amore è bello” è una canzone satirica più che ironica, leggermente dissacrante nei confronti di un sistema corrotto in cui ciò che importa sono solo i soldi e l'arte non c'entra nulla. Ascolto continuamente dischi nuovi anche quelli di Emma Marrone, Francesca Michielin, Alessandra Amoroso, Arisa come “corso di aggiornamento”: le canzoni di oggi sono tutte uguali molte delle quali non verranno nemmeno ascoltate se non scelte come singolo da trasmettere in radio. Non metto in discussione la bravura delle esecutrici nella loro interpretazione o la scrittura degli autori: chi scrive queste canzoni è da considerarsi comunque un autore anche se di tipo “industriale”, che scrive canzoni in quantità e deve farlo entro certi limiti di tempo con un certo linguaggio. Le canzoni di Sanremo mi sono piaciute poco, come ogni anno, ma servono perchè vanno di moda: ai pianobar, nei villaggi turistici, alle feste non potrebbe più passare “Sincerità” di Arisa, o “Calore” di Emma. Funziona così. Non ho avuto l'occasione di Cantare ”L' Amore è bello” a Sanremo quest'anno in nessuna occasione purtroppo, ma credo che l'anno prossimo ci ritorneremo e … vedremo. L'esperienza di Casa Sanremo è stata bellissima. Ho raccolto tutte le mie sensazioni ed emozioni in una pagina di diario sul mio blogwww.feedyourlifetc.blogspot.it. Troppe cose da raccontare per riassumere in poche parole.


Il rapporto con la tua terra d'origine influenza la tua produzione artistica?

Tantissimo. Ormai l'appellativo “cantautrice casertana” è l'inizio di ogni mia presentazione. Pochissimi sanno che in realtà sono nata a Napoli e che ho vissuto ad Avellino per 10 anni prima di trasferirmi a Caserta 16 anni fa. Con Napoli ho mantenuto un rapporto continuo per i parenti che sono tutti lì ed ora anche con l'ambiente cantautorale, che a Napoli trova spazio grazie ad alcuni locali e iniziative come Camera d'autore. E' bello che ci siano luoghi d'incontro. A Caserta devo tantissimo: sono salita per la prima volta su un palco grazie alla scuola media, poi ho continuato alla scuola superiore partecipando ai progetti scolastici di teatro o musica. Ho scritto la mia prima canzone con la scuola. E' stato un cammino nato da lì e portato avanti grazie a contest, locali, rassegne culturali ecc. Caserta ha installato in me la cultura del live nel club o pub, del pubblico intimo e attento.


Parlaci di "Capate nel muro", il brano classificatosi terzo nella categoria donne al Musicalmente Brand New, il nostro contest sulla musica emergente.

Quando presento “Capate nel muro” come canzone dedicata agli esauriti, non c'è nessuno che non si rispecchi in questa canzone. L'italiano medio ha sempre qualcosa da fare!
Quando scrivo una canzone cerco di concentrare tutto quello che vedo, sento o sento dire ad altri in una determinata situazione su un determinato argomento fino a trarne una versione personale dei fatti: “Voglio il mio letto”, “Che stanchezza! Prima o poi sverrò” di “Capate nel muro” o sono tutte frasi che si sentono spesso, mi piace essere vicina allo stato d'animo delle persone, ma anche mettere in risalto dei sentimenti universali poco trattati nelle canzoni. E' una canzone che mi ha portato tante soddisfazioni. Prima di partecipare al Premio Bianca d'Aponte e poi pubblicarla, h avuto modo di testarla in un villaggio turistico come baby dance. Era divertente quando gli ospiti del villaggio mi chiedevano: “Ma di chi è la canzone delle capate nel muro?” oppure quando si lamentavano perchè Shazam non la trovava... avreste dovuto vedere la faccia di qualcuno quando svelavo la verità. Il mondo dell'animazione turistica è un mondo magico, perchè permette il confronto con sconosciuti, con le persone, il pubblico senza alcun interesse a tessere lodi o a smontare tutto. Una formazione che nient'altro può dare.


Cosa pensi di contest come il nostro? Ti fa piacere essere “giudicata” da utenti di un forum?

Più che essere “giudicata” mi piace che ognuno dica la propria sincera opinione al fine di articolare un confronto. “Giudicare” a volte riduce un intero pensiero ad un solo numero e questo non mi piace. Però in generale i contest aprono il confronto con gli ascoltatori e gli altri artisti al di là dei numeri. Non è questione di chi è più o meno bravo, ma chi più riesce a scuotere le corde dell'anima e chi meno. In ogni caso è divertente se la si prende come un gioco.


Sempre con "Capate nel muro" sei stata selezionata come “Artista della Settimana” di Mtv New Generation e ammessa alla frequentazione di Mtv New Generation Campus. Raccontaci di questa importante esperienza.


E' stata un'esperienza che mi ha dato tantissimo: un artista indipendente, soprattutto oggi e anche se non deve occuparsene direttamente, ha bisogno di sapere come funzionano certi meccanismi: la scelta dell'etichetta, le edizioni, la SIAE, il booking, la comunicazione ecc. Con MTV New Generation Campus abbiamo incontrato esperti molto attivi in tutti questi campi, ho ancora tutte le diapositive e le foto che mi ricordano cosa abbiamo appreso durante le lezioni: come, cosa e quando condividere sui social networks, lezioni sul diritto d'autore, sulla scrittura di canzoni, come rivolgersi ad un manager e come impostare un contratto discografico. Una delle ultime lezioni puntava sulla cura del live. Il mio percorso artistico è andato incontro a diverse modifiche e se sono quello che sono ora, lo devo soprattutto a loro.


Sui social spesso intervieni contro l'omofobia. Cosa ti spinge a farlo e qual'è il tuo rapporto con la comunità LGBT?

I social sono il più potente mezzo di comunicazione, ci si potrebbero fare anche le statistiche ormai. Non potrei mai temere una coppia gay. Sono ben altre le cose che mi fanno paura e di certo non due persone che si amano. Non ci sono verità assolute, ma di una cosa sono sicura: fare del male al prossimo è sbagliato. Sembra un concetto banale da tema di terza elementare e, secondo me, è proprio questa la cosa grave. Dovrebbe essere semplice vivere senza danneggiare la libertà degli altri. Impedire alle coppie gay di vivere una vita normale è violenza psicologica. Vado in bestia quando sento omofobi blaterare cose senza senso come “lo dice la bibbia” o “la natura” senza tener conto che la natura include anche l'omosessualità. Perfino gli antichi greci e romani la conoscevano bene. Secondo me non si fanno passi avanti in Italia perchè non siamo abituati a risolvere i problemi uno alla volta, prendendo spunto da paesi che sanno meglio come gestirsi: si parla delle unioni civili e poi delle adozioni, ma intanto c'è l'immigrazione e il deficit che incombe. Se l'Italia fosse un Paese felice non ci si scaglierebbe contro la piaga sociale di turno. Per quanto riguarda le adozioni, preferisco che un bambino abbia genitori gay piuttosto che restare abbandonato in qualche casa famiglia restando figlio di nessuno o di qualcuno che non li ha voluti. Per quanto riguarda l'utero in affitto o l'acquisto di provette, in tutta sincerità, non me la sento ancora di esprimere la mia: da donna etero, in coppia o single che sia, se non potessi avere figli mi batterei per adottarne e in qualche modo “salvarne” uno piuttosto che metterne al mondo altri. Devo inquadrare ancora la situazione per esprimere un'opinione più precisa. Intanto, però, i bambini delle coppie di fatto non mi sembrano affatto infelici, bisognerebbe chiedere a loro se si sentono minacciati dall'omosessualità dei genitori, non alle persone che “difendono la famiglia” al Family Day come se qualcuno la minacciasse. Ho scritto anche una canzone sull'omofobia 5 anni fa, si chiama “C'era Valentino” ma non è ancora mai uscita.


Pensi che il web e i talent abbiano sostituito la discografia nella promozione dei giovani artisti? Qual è il tuo pensiero, e il tuo rapporto, con la discografia?

Credo che ad oggi l'unico modo per emergere, oltre alle apparizioni televisive, sia quello di crearsi il percorso da soli. Lo dico in base all'esperienza di alcuni colleghi cantautori con cui mi sono confrontata, ai suggerimenti di Mtv New Generation Campus e alla mia personale ricerca di una possibile produzione. Ma autoprodursi e promuoversi per arrivare a quante più persone è possibile è una strada difficile a causa delle mille cose da tenere sotto controllo, però ripaga con grandi soddisfazioni e soprattutto permette di mantenere la libertà di autogestirsi soprattutto sui social. Il web non ha sostituito la grande discografia: avere il disco fisico tra le mani è sempre una delle più grandi gioie che si possano provare, come il libro stampato per chi ama leggere, poi oggi ci sono gli incontri con gli artisti per il firmacopie che è una trovata apposta per far desiderare il disco dell'artista stimato ancora di più. Di certo io non posso che essere grata alle iniziative come contest come il vostro e a qualsiasi realtà che punti alla diffusione della musica emergente.


Pochi giorni fà hai avuto la possibilità di collaborare con Roberta Giallo, una delle tue maggiori influenze musicali. Con chi vorresti collaborare in futuro?

E' stato un incontro epico: 10 anni fa l'ho ascoltata per caso al concerto che mi ha cambiato la vita e poi data la distanza non ne ho più avuto l'occasione. In questi giorni non solo ho avuto il piacere di riascoltarla live ma abbiamo registrato anche un suo pezzo insieme, ”Al Polo Nord” che uscirà in versione acustica con un video live in studio prodotto da Insomnia Concerti. In futuro mi piacerebbe collaborare con tanti artisti, ma il mio sogno è sempre stato quello di collaborare con Carmen Consoli che resta sempre il mio punto di riferimento, un'artista che non mi ha mai delusa. Una delle “nuove artiste” che stimo tantissimo, forse l'unico prodotto di un talent che mi cattura ogni volta che si esibisce è la giovanissima Francesca Michielin. Mi piacerebbe scrivere qualche canzone per lei.


Quali sono i tuoi progetti futuri?

Per ora devo laurearmi. A livello musicale sto ancora girando molto con il mio progetto e con le canzoni che mi hanno sempre accompagnato, ma più di ogni altra cosa vorrei prendermi una pausa per completare alcune canzoni che ho solo abbozzato in vista dell'inizio dei corsi per autori del CET di Mogol di cui ho vinto una borsa di studio e che dovrebbe ricominciare tra qualche mese. All'orizzonte c'è un disco sicuramente, ma deve poggiare su una bella base solida e seguire un fil rouge che sto inquadrando piano piano.


Questo è un giochino che proponiamo ai nostri intervistati, se vogliono. Ti va di farlo per farti conoscere meglio dai nostri utenti attraverso la musica?

- La tua canzone preferita: Il sorriso di Atlantide di Carmen Consoli
- Una canzone che ti rende allegra: Brand New Key di Melanie
- Una canzone che ti commuove: Hey There Delilah dei Plain White T's
- Una canzone che ti fa ballare: Donatella di Donatella Rettore
- Una canzone che ti aiuta a dormire: Pretty Face di Soley
- Una canzone che ti ricorda un posto: Cigarettes di Russian Red (mi ricorda quando passeggiavo intorno al laghetto RiedSee di Stoccarda)
- Una canzone che ti descrive: Smile di Charlie Chaplin
- Una canzone dal tuo album preferito: Les Passant di Zaz, dall'album Zaz (2010)
- Una canzone che vorresti al tuo matrimonio: questa è difficile... non lo so!
- Una canzone della tua infanzia: Don Raffaè di Fabrizio de Andrè ma anche tutto il repertorio di Cristina D'Avena


sabato 13 febbraio 2016

“Magie vocali”: Tonia Cestari e Gennaro Vitrone in concerto

Si è tenuto domenica 7 febbraio 2016, presso il Teatro Città di Pace a Caserta, il concerto di due talentuosi musicisti casertani: Tonia Cestari e Gennaro Vitrone.



La serata prevista nell’ambito della rassegna musicale “Magie vocali” ha visto protagonisti, appunto, i due cantautori, i quali si sono alternati, esibendosi davanti ad un pubblico divertito, con i loro brani e la loro musica d’autore.

Ad aprire la serata, Tonia Cestari accompagnata dalla sua band, composta da Eugenio Fiorillo al basso, Ilaria Venuto al violino e Rossella Scialla alle percussioni.

Giovanissima e promettente cantautrice, la Cestari ha deciso di seguire anche con la sua musica, la vena ironica e divertente che è le più congeniale, creando un mix di musicalità ed energia che danno la carica giusta per una serata divertente e coinvolgente.

Animati anche dalla gioia di essere in procinto di partire per “Casa Sanremo”, un programma collaterale al Festival di Sanremo, Tonia e i musicisti si sono esibiti in un crescendo, proponendo brani ormai collaudati come Capate nel muro,che ha visto come special guest Carmine Scialla, mandolinista e polistrumentista molto bravo. Vuoimi bene, ‘O ssapiv tu, eseguita con la partecipazione straordinaria di Andrea Farina, giovanissimo e prodigioso batterista di soli 9 anni. La band di Tonia ha proseguito poi con L’amore è bello e per finire con una sempre sorprendente versione di Leva’s Polka, canzone finlandese, riarrangiata con la verve che contraddistingue la giovane cantante casertana.

Altro gradito ospite della serata di Tonia Cestari, è stato Stany Roggiero, cantautore e direttore dei Bottari della Cantica Popolare, insieme hanno riproposto la canzone ‘O sang e Napule.

Vitrone, artista dall’esperienza trentennale, si è esibito con i brani che lo caratterizzano e danno voce alla sua anima, al suo voler esprimere i sentimenti veri, così come racconta in Arcobaleni, La città distratta, Sentinelle, Oltre il buio, Piccole partenze, Una ragazza di oggi e tanti altri. Accompagnato dalla sua band con musicisti di grande spessore come Dario Crocetta e Gianpiero Cunto alle chitarre, Almerigo Pota al basso e alla tromba, Mimì Ciaramella alla batteria, ha dato, ancora una volta, la dimostrazione che la buona musica fatta con il cuore è quella che lascia sempre un’emozione da vivere.

Visibilmente commosso ed emozionato quando a salire sul palco è stata Chiara Vitrone, primogenita di Gennaro, che ha recitato versi tratti da Il gabbiano, di Jonathan Livingstone.

C. G.


Grazie a Giustina Clausino e Giuseppe Panza per Differentemente:

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