sabato 28 settembre 2013

TONIA CESTARI, LA SPONTANIETÀ CHE HA CONVINTO TUTTI



E’ salita sul palco con un grande sorriso, dei cartelli colorati che richiamavano momenti delle sue canzoni, una chitarra e un gruppo di validi musicisti, tra cui il padre al basso, che l’hanno accompagnata per una delle esibizioni più spontanee, più sincere e meno costruite a tavolino che il Campania Sonic Lab abbia ospitato fino ad ora.
Tonia Cestari, casertana poco più che ventenne, si è aggiudicata la terza eliminatoria del contest, riuscendo ad ottenere il voto più alto sia per quanto riguardale scelte della giuria tecnica sia quelle del pubblico.


Nell’album “ I nuovi mille” di Lucariello, ci sono anche la tua penna e la tua voce. Hai, infatti, collaborato alla scrittura ed alla registrazione del pezzo Terra Cavera. Come è nata questa collaborazione con Luca, all’interno di un lavoro discografico dove vengono raccontante tante storie ed esperienze anti mafia?

La mia prima registrazione in studio è stata Radiocamorra, una canzone eseguita con la band Hopesound per denunciare le ingiustizie che si verificano a causa della criminalità organizzata e nata grazie ad un progetto scolastico sulla legalità. Questo primo passo mi ha inserito nel contesto dell’antimafia espressa attraverso l’arte.

Nel 2009 Lucariello ha messo su il progetto “Veleno Fertile” con l’associazione OnlusCrisis Opportunity, in cui ha inserito 15 ragazzi selezionati tra tutte le scuole della Campania e noi Hopesound siamo rientrati tra i fortunati che avrebbero accompagnato Lucariello nella realizzazione del suo album “I nuovi mille”. La collaborazione è stata molto costruttiva per me: scrivere rap non era mai stata una cosa a cui mi ero dedicata fino ad allora e non è semplice, bisogna badare alle assonanze, alle figure retoriche più che nella musica leggera. “Terra Cavera” doveva essere qualcosa di diverso dal solito rap di protesta e in tanti di noi abbiamo provato a scrivere qualcosa finché poi un giorno l’ispirazione mi ha dettato le parole del ritornello e del bridge che sono quelle definitive della canzone e che ho anche cantato. Sicuramente è stata una delle più grandi soddisfazioni della mia vita quella di essere co-autrice di un rapper come lui.


Questa domanda, suppongo, te l’avranno fatta in parecchi ed allora anche io mi uniformo per una volta alla massa. Come è nata l’idea di postare su Youtube una cover a cappella della canzone folk finlandese Leva’s Polka e soprattutto, ti aspettavi di superare le 200.000 visualizzazioni?

La prima volta che ho ascoltato la “Leva’s Polka” stavo semplicemente navigando in internet quando sono capitata sul video di questa canzone. Inutile dire che almeno i 45 minuti successivi sono rimasta con gli occhi incollati allo schermo, con le orecchie ormai assuefatte da quella canzone così strana. Ci ho messo circa una settimana ad impararla a memoria e a metterla su internet. Tutto questo accadeva circa 5 anni fa. Non mi aspettavo di certo tutto questo successo virtuale, ricevo ancora in media due iscrizioni al giorno. In verità in quel video è amatoriale e di bassa qualità, ma mi fa piacere che sia ancora in voga. Quando posso, durante i miei live, la ripropongo con diversi arrangiamenti ed è sempre motivo di divertimento per il pubblico. E’ diventata la mia canzone distintiva.


Quando sei sul palco la prima impressione che si ha ascoltandoti è che ti diverti, che ti senti a casa con una chitarra e un microfono. Quando hai preso per la prima volta una chitarra in mano hai subito capito che quello strumento sarebbe stato parte fondamentale della tua vita?

Mi fa piacere sentire questa frase. In realtà quando sono sul palco mi sento a mio agio ma anche avvolta da un’emozione che ho paura di non saper controllare. Mi piace molto suonare anche il basso, perché è lo strumento di cui di più mi piace il suono.

La chitarra, però, a differenza del basso è una compagna di vita per me, mi aiuta con le sonorità, con le armonie, mi aiuta a comporre le canzoni che solo a voce non riuscirei a scrivere. Grazie al suono della chitarra riesco a captare meglio le frequenze, i suoni e anche su un solo accordo riesco a improvvisare una canzone per questo spesso i miei pezzi sono anche solo di due accordi in tutto. Certo dovrei migliorare parecchie cose, ma la chitarra completa la mia creatività meglio di qualsiasi altro strumento.


Chi sono le cantanti o le artiste in generale a cui ti ispiri per la tua musica?

L’artista che in assoluto mi ha avviato allo studio della chitarra è Carmen Consoli, adoro anche Elisa per la dolcezza della sua voce. Forse nelle mie canzoni c’è un pizzico di Cristina d’Avena siccome sono cresciuta ascoltando la sua voce. Mi piace comunque molto la musica unplugged come KT Tunstall, Katres e Michelle Branch. Adoro anche gruppi le cui canzoni hanno una melodia molto dolce come i Red Hot Chili Peppers, i Sistem of a Down e in assoluto i Queen e i Beatles.


Tre cose per migliorare il rapporto di Caserta, la tua città, con la musica.

In primis, bisognerebbe finanziare e sponsorizzare i prodotti musicali locali perché ci sono miliardi di cantautori solo in tutta la Campania con inediti e probabilmente almeno la metà di loro ha idee che potrebbero funzionare dal punto di vista culturale un pò come fa l’America che sforna “fenomeni” a dismisura traendone beneficio dal punto di vista economico e culturale. Bisogna credere nei sogni dei giovani artisti che non scrivono per tenere le canzoni in un cassetto.

Due, non per essere ruffiana, perché proprio non è da me, ma ci sarebbe bisogno di contest come questo (Campania Sonic Lab) per dare l’opportunità di farsi conoscere, di vincere un premio che getti le basi per una carriera musicale a chi davvero se lo merita, evitando di chiedere cifre di iscrizione per una semplice coppa targata.

Infine, una cosa che vorrei per Caserta in particolare sarebbe quella di permettere ai musicisti di strada di esibirsi senza pretendere necessariamente soldi dai passanti. Ho vissuto per un anno a Salisburgo e lì sono stata anche artista di strada provando sensazioni indescrivibili. Ci sono delle aree apposite per i musicisti che da una certa ora possono suonare. Certo non è piacevole chiedere soldi alla gente, infatti, ho spesso suonato accanto ai barboni con il mini-contratto ” io suono e tu guadagni”. Ma suonare sul ponte con il fiume che scorre di sotto e il venticello tra i capelli non ha prezzo.





Hai superato la prima fase eliminatoria del Campania Sonic Lab. Che effetto fa suonare in un contesto particolare come quello di un centro commerciale?


Il target è vastissimo e il pubblico improvvisato, perché chi si trova lì in quel momento sta per andare a cena o al cinema, non ad ascoltare un concerto. Molti dei present


i erano amici e parenti che mi stanno supportando e che mi sono sempre vicini, ma mi è capitato di ricevere i complimenti da un signore anziano che non conoscevo affatto e questo mi ha allietato, non me lo aspettavo. Mi complimento con lo staff che sta facendo un ottimo lavoro e anche con i fonici siccome l’acustica era perfetta nonostante la forma della piazza del centro commerciale. Spero di poter dare il meglio di me la prossima selezione.





Scritto da Marco Miggiano per Young - Scrape the culture il 6 Aprile 2013


http://culture.you-ng.it/2013/04/16/8535-tonia-cestari-la-spontanieta-che-ha-convinto-tutti/

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